domenica 7 ottobre 2012

Sempre più in alto


Escursione sul monte Sart.... quando il Jalmicco corse non si dedica solo alle corse.
di Roberto Margarit



L'estate che è appena alle spalle mi ha riportato sui monti che da qualche tempo avevo trascurato in favore del podismo; ma qualche acciacco degli ultim mesi mi ha costretto a rallentare o meglio a sospendere le corse e ritornare piacevolmente in montagna.

L'idea di un giro di più giorni sulle Giulie me l'aveva suggerita un articolo sul quotidiano locale qualche anno fa ma era rimasta latente fino a quest'estate quando, durante un giro ai piedi del Canin l'avevo proposta a Fabrizio, che non ci ha pensato su 2 volte e mi ha dato carta bianca; l'unico punto da fissare era solo la data.

L'itinerario era già deciso, risalire dalla val Resia fino al bivacco Igor Crasso, pernottare e il giorno dopo raggiungere Sella Nevea salendo prima alla cima del Monte Sart.

Lanciata la mail per raccogliere le adesioni ci troviamo in 6 pronti all'avventura dal 27 al 28 luglio, Fabrizio, Daniele, Massimiliano, Lamberto Nicola e il sottoscritto.

In realtà per evitare un eccessivo spostamento di auto decidemmo all'ultimo di salire al bivacco di Sella Buia dalla val Raccolana percorrendo un itinerario che appariva dalle carte topografiche non troppo problematico ma che alla fine complice la partenza ad ora tarda e la difficoltà nel seguire in alcuni tratti il sentiero ci ha visto arrivare al Bivacco col buio della notte. Il cartello che abbiamo trovato alla fine del sentiero diceva PERCOSO INAGIBILE. Se lo avessimo trovato alla partenza molto probabilmente ci sarebbe stato di maggior utilità.

Come se non bastasse il sottoscritto convinto di trovare acqua in uno dei tanti rii della zona indicati dalla cartina, una volta giunto al rifugio è dovuto scendere sull'altro versante della montagna e recuperare da una provvidenziale fonte nascosta in una grotta l'acqua necessaria per la sera e per il giorno dopo.

Tutte le fatiche sino a quel momento provate svanirono di fronte all'abbondante porzione di gulash che la moglie di Lamberto aveva preparato. Non credo di essere smentito se affermo di non averne mangiati di migliori.


A mezzanotte passata ci stendiamo nelle brande ma riusciamo con non poche difficolta prendere sonno, complice un piccolo topolino che tutta la notte era alla disperata ricerca di cibo e dai rumori che sentivamo pare abbia trovato diverse cosa da sgranocchiare.

 
Alla mattina di buonora ci alziamo e dopo una ricca colazione degna dei migliori alberghi (vari tipi di thè cappuccino e caffè di moka accopagnati da biscotti e marmellatine) ci avviamo lungo l'alta via resiana in direzione est, lungo un magnifico sentiero che taglia ripidi prati e che dopo un passaggio su un tipico ambiente carsico ricco di buche anche di notevole dimensione (Le pozze) ci porta alla Forchia di Terrarossa nei pressi del bivacco Marussich.

Da qui risaliamo il ripido pendio del Monte Sart che dal lato settentrionale offre una parete verticale sulla val Raccolana che mette i brividi. In poco tempo raggiungiamo l'anticima e successivamente la cima ovest.

Dopo esserci assaporai la vetta mentre scendiamo incrociamo 3 ragazzi sloveni che stanno percorrendo il nostro stesso itinerario in senso inverso ma con le Mountain Bike. Non possiamo che ammirare la loro bravura e il loro coraggio ma anche la loro incoscienza nel scendere il ripido pendio in mezzo a salti di roccia e burroni.

La nostra gita è in dirittura di arrivo, manca l'attraversamento del versante meridionale del Canin e giunti in prossimità della vecchia casermetta di gerra nei pressi di sella Bila-Pec per alleggerire gli zaini ci gustiamo il salame e le birre avanzate. Mai cosa più provvidenziale considerato che al Rifugio Gilberti avevano terminato l'agognata birra.

L'ultimo tratto lo percorriamo a bordo della cabinovia, e poi trascinandici fino alla casa di Fabrizio dove giungiamo cotti a puntino ma ben soddisfatti.

Ripresa l'auto lasciata il pomeriggio precedente nella località di Pezzeit, provati dalla fatiche della lunga camminata decidiamo di risvegiarci con il proposito di un bagno nel torrente Raccolana, ma vista la tempratura dell'acqua l'unica cosa che ci riesce di bagare con non poche difficoltà sono solo i piedi.

Al termine delle 2 giornate di fatiche e divertimenti ci salutiamo nella speranza di ripetere la bella avventura su qualche monte della nostra regione.
Mandi, buone corse e buona montagna a tutti

Roberto M.
 


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