La CormorUltra, per chi non lo sapesse, è una gara di 68
chilometri (circa) che parte dalla cittadina friulana di Buja, ai piedi dei
primi rilievi montuosi della regione, e arriva a Marano, sulla costa adriatica,
seguendo il corso del torrente Cormor lungo sterrati e strade poco frequentate.
Quest'anno si è svolta la sesta edizione, e in occasione
delle 5 precedenti ho sempre detto “aaah, mi piacerebbe correrla!” . Solo che
ero sempre impegnato nel Trofeo Trieste, puntualmente concomitante, e più recentemente mi trovavo Oltremanica - o
Oltreoceano, a seconda dell'anno.
Il 2012 è stato quindi l'anno giusto, e con due compagni
d'eccezione: i miei inarrestabili genitori, che non contenti di spadroneggiare
nelle rispettive categorie delle gare di corsa (e triathlon, nel caso di mio
papà), hanno deciso di inserire anche un'ultra in calendario. Per mia mamma, un
esordio assoluto su distanze così lunghe.
Quindi... ore 8, downtown Buja, let's go!!!
Una settantina di runners di ogni età (ma solo 6 donne!) si lanciano lungo la
bellissima “Ippovia” che costeggia il fiume per chilometri e chilometri, ognuno
al suo ritmo, con i primi che “pestano” a 4min/km fin da subito. Io me la
prendo con calma, l'obbiettivo è arrivare in fondo senza soffrire troppo. Il
fatto che il mio allenamento specifico consista.... nella maratona di Stoccolma
che ho corso quest'estate mi induce ulteriormente alla prudenza :)
Comunque i posti sono splendidi, c'è il sole, non fa troppo
freddo, cosa posso chiedere di più... mi assesto su un tranquillo 4'40” al km e
mi godo la giornata.
Dopo una ventina di km raggiungo il Parco del Cormor, con le solite decine di
runners udinesi che osservano, tra curiosità e rispetto, l'incedere degli
Ultramaratoneti. Poi, un tratto abbastanza noioso, su asfalto, lontano dal
nostro amico Cormor... ma ci riavviciniamo ben presto a lui, e in breve eccoci
a Zugliano, punto di metà percorso e start della gara dei tapasc...ehm, dei non
competitivi ;)
Mi abbuffo di frutta secca, come faccio ad ognuno dei (fornitissimi) ristori, e
estraggo dal mio zaino un oggetto che normalmente è severamente bandito da
qualsiasi corsa che faccia: il lettore mp3.
Quando mi alleno, amo ascoltare il mio respiro, il rumore
dei miei passi sul terreno, i suoni dello spicchio di mondo che sto
attraversando con potenti falcate. In gara, invece, sono troppo concentrato a
“menare” per perdere tempo con la musica. Solo che qui mi si prospettano un bel
po' di ore, a passo misurato per di più, e anche il paesaggio dopo un po'
potrebbe non bastare per evitare di annoiarmi a morte.
Riparto quindi verso sud, e mi viene in mente che con ogni
probabilità gli sterrati di Pozzuolo non hanno mai visto prima d'ora un podista
che corre sulle note di Don Omar o Gucci Mane! ;)
Con questi pensieri da pioniere raggiungo il 40° km e
anche... il terzo e il quarto runner. Mi metto in scia per un po' (da quando
faccio triathlon mi metto in scia anche al supermercato!) e un paio di km dopo,
al 42° km, il mio cronometro segna 3 ore e 12 minuti. So che non può durare, ma
per il momento tutto bene a livello di gambe, fiato, sforzo percepito... una
pacchia.
L'mp3, poi, mi fa vivere più realtà contemporaneamente: sto
correndo da Buja a Marano, ma sono anche in una Mustang lungo Ocean Drive a
Miami, e sto baciando l'Amore della mia vita Johanette su una spiaggia di Isla
Verde, Puerto Rico.
Nonostante l'estasi, noto sul GPS che il ritmo comincia a
calare, sono sui 4'50 al km adesso.
Vero che la mente è estremamente importante nelle corse di
lunga lena, ma la mancanza di preparazione specifica inevitabilmente si paga...
nel mio caso specifico, al 55° km.
Alzando gli occhi per ammirare lo splendido cielo azzurro, noto uno sciame di
moscerini... guardo a destra, e c'è anche lì. Sinistra, idem. Deduco che di
moscerini non si tratta, ma di un segnale neanche troppo sottile del mio corpo
per indurmi a mangiare finalmente quella barretta che mi sto portando in tasca
da quasi 5 ore!
Stringo i denti, cerco di non ascoltare i muscoli delle gambe che si sono
improvvisamente indispettiti nei miei confronti e perfino cammino per qualche
secondo, perdendo un paio di posizioni... la cosa mi irrita fino a un certo
punto, sono ancora nella top 10 e comunque a livello assoluto i premiati sono
solo 5 (e imprendibili ormai). D'altro canto, osservo con fare innocente le
facce di chi mi supera cercando di indovinarne l'età. E' vero che sono partito
con l'unico obbiettivo di tagliare il traguardo, ma a questo punto il primo
posto di categoria è fattibile e non ho intenzione di lasciarlo andare troppo
facilmente.
Rettilinei infiniti si succedono a... rettilinei infiniti, ma finalmente
raggiungo gli ultimi 2 km, in asfalto. Lì aumento nuovamente la velocità, che a
questo punto languiva attorno ai 5'10 al km, e spengo la musica, non mi serve più.
Entro raggiante a Marano e dopo 68 km, 5 ore e 47 minuti, e 4663Kcal bruciate
(ci tiene a far sapere il mio Timex), taglio il traguardo in ottava posizione
assoluta.
Il seguito è quello che succede più o meno sempre dopo le
gare lunghe... si zoppica fino alle docce, si squittisce sotto un doverosissimo
massaggio, ci si trascina fino al pasta party. Il tutto sorridendo felici,
ovviamente.
Dopo un po' torno alla finish line, per aspettare i miei
IronParents: papà Brunello finisce con un tempo superiore alla sua precedente
partecipazione a questa gara, ma sorridente. E mamma Eliana? Che non riusciva a
dormire alla vigilia della gara, che temeva il suo primo ritiro da una
competizione, che non aveva mai corso queste distanze mostruose? Sfreccia sotto
l'arco gonfiabile ben prima del tempo massimo, a coronare una splendida
giornata!
In realtà, la ciliegina sulla torta è la premiazione, con il primo posto di
categoria mio e di Ely, e il terzo di Brun.
Filippo
Pagavino