Ecco un nuovo, riflessivo e introspettivo racconto run. La penna di Fabrizio Virgolini ci racconta la sua corsa tra i piacevoli saliscendi della sua e un po' della nostra vita. Perchè esperienza del perdersi e del ritrovarsi e dell'allungare a volte la strada appartiene un po' a tutti.
Metto anche una fotografia presa da internet, sperando che sia veritiera.
"La corsa nel bosco misterioso dove, come nella vita, si
lascia facilmente la strada maestra e per
un po’ ci si perde anche."
Non sono in molti a sapere che dietro Nova Gorica, sulle
montagne che la sovrastano si apre l’altipiano di Tarnova. E’ un altipiano,
isolato, che partendo dagli 800
metri circa si alza fino a più mille metri. Lungol’unica
strada asfaltata che lo attraversa per una decina di chilometri si trovano solo
tre abitati Trnovo,Nemci e Lokve. La zona è però ricca di strade forestali che
belle e larghe si insinuano con piacevolisaliscendi fra le faggete, pinete e
abetaie.
La cronaca.
Arrivo con lo scooter a Trnovo, che parcheggio nei pressi
del monumento ai partigiani del IX Corpus appena fuori dal paese. Parto con
l’Iphone in mano nel quale ho caricato la piantina della zona, così non mi
perdo.
Dopo un po’ di strada asfaltata mi infilo per una forestale.
Il gps mi segnala costantemente dove mi trovo e sicuro mi addentro per il
bosco. Poi accade che trovo una biforcazione e poco più avanti un’altra, il
bosco ne è pieno e le strade sono molto simili. E poi sono tutte invitanti che
ti spingono a percorrerle per vedere che bellezze si troveranno dietro la
prossima curva. I saliscendi sono continui e la frescura aiuta a correre facile.
Le gambe vanno che è un piacere e la testa ancora più veloce in quel solitario
paradiso.
Dopo un bel po’ guardo l’Iphone e mi accorgo che stò
correndo da un’ore e mezza, decido di incominciare a prendere le strade che mi
riporteranno alla partenza. Qui però la cosa non è semplice come pensavo, si d’accordo
il gps mi dà l’indicazione precisa di dove mi trovo ma in sostanza non esiste
una strada più breve per rientrare, devo per forza percorrere una lunga
forestale che mi porterà a una strada principale. E corri che ti corri
finalmente in una mezzoretta arrivo a vedere delle case che avvicinandomi
scopro fanno parte dell’abitato di Lokve. Terrore e scoraggiamento è quasi
l’una del pomeriggio e ho ancora da fare almeno 7 chilometri, dopo 2 ore di
corsa già passate senza acqua ne cibo.
Bene allora si và. Lungo la strada assolata e deserta mi
sono indirizzato verso Trnovo. I cartelli dei
chilometri lungo la strada mi danno conforto però la
stanchezza aumenta così pure la sete ma e pian
pianino e con parecchie pause passo Nemci e poi intravedo
Trnovo con l’obelisco dei partigiani.
Si sono arrivato ma accidenti sono stato sulle gambe per 2
ore e 40 minuti contro l’oretta che mi ero
prefissato di fare.
Poi alcuni giorni dopo, raccontando a un’amica l’avventure
vengo a sapere che anche lei aveva fatto la stessa esperienza nello stesso
posto partendo per un breve giro e terminando dopo quasi due ore. E
così pure il nostro Fulvio mi ha detto che anni prima in un
allenamento si era perso nonostante si fosse
preparato per bene il percorso.
Dunque mi è parso di riassumere l’esperienza di quel posto
similmente alla vita durante la quale è facile perdere la strada maestra
distratti da tante invitanti deviazioni che poi per ritornare alla partenza ci
siimpiega tanto più tempo di quanto si pensi.
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