Escursione sul monte
Sart.... quando il Jalmicco corse non si dedica solo alle corse.
di Roberto Margarit
di Roberto Margarit
L'estate che è appena alle spalle
mi ha riportato sui monti che da qualche tempo avevo trascurato in favore del
podismo; ma qualche acciacco degli ultim mesi mi ha costretto a rallentare o
meglio a sospendere le corse e ritornare piacevolmente in montagna.
L'idea di un giro di più giorni
sulle Giulie me l'aveva suggerita un articolo sul quotidiano locale qualche
anno fa ma era rimasta latente fino a quest'estate quando, durante un giro ai
piedi del Canin l'avevo proposta a Fabrizio, che non ci ha pensato su 2 volte e
mi ha dato carta bianca; l'unico punto da fissare era solo la data.
L'itinerario era già deciso,
risalire dalla val Resia fino al bivacco Igor Crasso, pernottare e il giorno
dopo raggiungere Sella Nevea salendo prima alla cima del Monte Sart.
Lanciata la mail per raccogliere
le adesioni ci troviamo in 6 pronti all'avventura dal 27 al 28 luglio,
Fabrizio, Daniele, Massimiliano, Lamberto Nicola e il sottoscritto.
In realtà per evitare un eccessivo
spostamento di auto decidemmo all'ultimo di salire al bivacco di Sella Buia
dalla val Raccolana percorrendo un itinerario che appariva dalle carte
topografiche non troppo problematico ma che alla fine complice la partenza ad
ora tarda e la difficoltà nel seguire in alcuni tratti il sentiero ci ha visto
arrivare al Bivacco col buio della notte. Il cartello che abbiamo trovato alla
fine del sentiero diceva PERCOSO INAGIBILE. Se lo avessimo trovato alla
partenza molto probabilmente ci sarebbe stato di maggior utilità.
Come se non bastasse il
sottoscritto convinto di trovare acqua in uno dei tanti rii della zona indicati
dalla cartina, una volta giunto al rifugio è dovuto scendere sull'altro
versante della montagna e recuperare da una provvidenziale fonte nascosta in
una grotta l'acqua necessaria per la sera e per il giorno dopo.
Tutte le fatiche sino a quel
momento provate svanirono di fronte all'abbondante porzione di gulash che la
moglie di Lamberto aveva preparato. Non credo di essere smentito se affermo di
non averne mangiati di migliori.
A mezzanotte passata ci
stendiamo nelle brande ma riusciamo con non poche difficolta prendere sonno,
complice un piccolo topolino che tutta la notte era alla disperata ricerca di
cibo e dai rumori che sentivamo pare abbia trovato diverse cosa da
sgranocchiare.
Alla mattina di buonora ci alziamo
e dopo una ricca colazione degna dei migliori alberghi (vari tipi di thè
cappuccino e caffè di moka accopagnati da biscotti e marmellatine) ci avviamo
lungo l'alta via resiana in direzione est, lungo un magnifico sentiero che
taglia ripidi prati e che dopo un passaggio su un tipico ambiente carsico ricco
di buche anche di notevole dimensione (Le pozze) ci porta alla Forchia di Terrarossa
nei pressi del bivacco Marussich.
Da qui risaliamo il ripido pendio
del Monte Sart che dal lato settentrionale offre una parete verticale sulla val
Raccolana che mette i brividi. In poco tempo raggiungiamo l'anticima e
successivamente la cima ovest.
Dopo esserci assaporai la vetta
mentre scendiamo incrociamo 3 ragazzi sloveni che stanno percorrendo il nostro
stesso itinerario in senso inverso ma con le Mountain Bike. Non possiamo che
ammirare la loro bravura e il loro coraggio ma anche la loro incoscienza nel
scendere il ripido pendio in mezzo a salti di roccia e burroni.
La nostra gita è in dirittura di
arrivo, manca l'attraversamento del versante meridionale del Canin e giunti in
prossimità della vecchia casermetta di gerra nei pressi di sella Bila-Pec per
alleggerire gli zaini ci gustiamo il salame e le birre avanzate. Mai cosa più
provvidenziale considerato che al Rifugio Gilberti avevano terminato l'agognata
birra.
L'ultimo tratto lo percorriamo a
bordo della cabinovia, e poi trascinandici fino alla casa di Fabrizio dove
giungiamo cotti a puntino ma ben soddisfatti.
Ripresa l'auto lasciata il
pomeriggio precedente nella località di Pezzeit, provati dalla fatiche della
lunga camminata decidiamo di risvegiarci con il proposito di un bagno nel torrente
Raccolana, ma vista la tempratura dell'acqua l'unica cosa che ci riesce di
bagare con non poche difficoltà sono solo i piedi.
Al termine delle 2 giornate di fatiche e divertimenti ci
salutiamo nella speranza di ripetere la bella avventura su qualche monte della
nostra regione.
Mandi, buone corse e buona montagna a tutti
Roberto M.
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